Tutela delle risorse idriche
Anche nel corso del 2015, l’attenzione sulla questione dell’uso delle risorse idriche regionali è stata molto alta con interventi di tipo sia normativo-regolamentare sia strutturali.
Dal punto di vista normativo la problematica è stata affrontata in modo complessivo perché l’acqua è un bene comune che, come tale, deve essere utilizzato al meglio nel rispetto del minimo deflusso vitale, ma deve anche poter essere utilizzata in termini di produzione di energia, dove è possibile nell’ambito delle procedure previste dalla normativa in vigore. L’utilizzo della risorse idrica a fini energetici costituisce infatti una fonte di finanziamento significativa per i bilanci pubblici, che va effettuato dopo un’attenta valutazione puntuale, specifica ed approfondita di tutti gli elementi di vincolo (paesaggio, ambiente, fruizione turistica), nell’ottica di incrementare anche le ricadute economiche sulla collettività.
Con la deliberazione n. 1436 del 9 ottobre 2015, la Giunta regionale è intervenuta in modo completo sull’intera materia, avviando la procedura di aggiornamento del Piano regionale di tutela delle acque, che risale al 2006, stabilendo indirizzi specifici agli uffici per l’istruttoria delle domande di utilizzo delle acque a scopo energetico, prorogando di fatto una moratoria in vigore dal 2012, e definendo la procedura sanzionatoria quando si commettono abusi nei prelievi idrici a scopo idroelettrico.
Gli indirizzi approvati nel 2012 iniziavano ad essere troppo stretti, non perché troppo penalizzanti, ma perché non più in grado di governare una realtà che, sulla base degli studi effettuati e degli approfondimenti tecnici, è mutata.
Quindi la deliberazione del 2015 è stata più complessa di quella del 2012, pur conservando l'impostazione di moratoria delle nuove derivazioni, ma prendendo atto di alcune criticità emerse in questi anni.
In particolare il settore irriguo necessita infatti di investimenti che potrebbero essere in parte soddisfatti consentendo il co-utilizzo a scopo idroelettrico delle acque derivate per scopo irriguo: rispetto al 2012 si consentono anche variazioni del periodo di prelievo rispetto a quello irriguo per tenere conto dei picchi di portata primaverili e autunnali, rendendo così maggiormente economici gli interventi, si conferma che devono essere rivisti i quantitativi derivati per tenere conto delle reali esigenze irrigue e che deve essere rispettato il deflusso minimo vitale, salvaguardando però gli usi irrigui. Si consente infine la presentazione di domande da parte degli enti locali e delle controllate regionali per assicurare anche in questo caso una valorizzazione economica a fini pubblici della risorsa
Nel dettaglio, la deliberazione stabilisce i seguenti indirizzi per limitare il rilascio di nuove concessioni di derivazione ad uso idroelettrico:
1) non possono essere richiesti nuovi prelievi di acqua da destinare alla produzione di energia idroelettrica, salvo quelli:
a. per il rifornimento energetico degli alpeggi e dei rifugi di alta montagna, nonché in tutte quelle situazioni di isolamento, dove esistono obiettive difficoltà di accesso con infrastrutture energetiche (sia tecniche-ambientali, sia economiche), limitando la potenza nominale massima dell’impianto al valore di 50 kW. Si specifica che nel caso in cui, successivamente al rilascio della subconcessione di derivazione, la struttura in situazione di isolamento venisse raggiunta dalla rete di distribuzione dell’energia elettrica, il diritto al prelievo ad uso idroelettrico potrà essere conservato solo se non avviene l’allacciamento alla rete e, in ogni caso, non sono ammessi potenziamenti delle derivazioni, né rinnovi della subconcessione di derivazione;
b. che prevedono lo sfruttamento di derivazioni esistenti per usi agricoli o potabili anche per la produzione di energia elettrica (uso multiplo della risorsa) previo adeguamento delle portate derivabili (nel caso di uso irriguo, alle effettive superfici irrigate) e al deflusso minimo vitale in base alle indicazioni del Piano di Tutele delle Acque, con la salvaguardia dell’uso irriguo o potabile in termini quantitativi e temporali;
2) si deve promuovere il mantenimento e lo sviluppo sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili già esistenti su territorio regionale, favorendo, ove ve ne siano le condizioni, il potenziamento degli impianti esistenti con una specifica attenzione anche alle portate di deflusso minimo vitale. Inoltre, per le aree isolate si scoraggiano le iniziative speculative, prevedendo che non è possibile allacciarsi alla rete se non rinunciando alla derivazione, ove questa dovesse mai arrivare nel luogo.
La deliberazione 1436/2015 avvia anche l'aggiornamento del Piano regionale di tutela delle acque, approvando il documento “Relazione metodologica Preliminare”, predisposto dal Dipartimento programmazione, difesa del suolo e risorse idriche, per l’avvio della fase di concertazione preliminare di VAS-Valutazione Ambientale Strategica, ai sensi dell’articolo 9 della legge regionale 12/2009 e puntando sulla consultazione e sul coinvolgimento pubblico fin dall'inizio della procedura.
Inoltre, si interviene sulle istruttorie in atto, imponendo l'utilizzo di una metodologia sviluppata in ambito di autorità di bacino del Po, per valutare l'impatto della derivazione e rendendo così più oggettiva l'istruttoria basandola su indicatori oggettivi, condivisi a livello scientifico.
Infine, è anche definita la procedura per pervenire alla dichiarazione della decadenza del diritto di derivare ed utilizzare l’acqua ai sensi dell’articolo 55, lettera c), del R.D. 1775/1993, in caso di reiterazione degli abusi costituiti dal superamento dei valori delle portate di prelievo e/o dal mancato rispetto degli obblighi di rilascio del deflusso, disciplinando la fase di sanzione dei superi dei prelievi attraverso precise ed oggettive procedure di valutazione.
Un provvedimento complesso quindi in attesa che sia completata la fase di aggiornamento del Piano regionale di tutela delle acque nel quale definire il nuovo quadro complessivo di governo delle acque a livello regionale, che sarà sviluppato nel corso del 2016 e che sarà sottoposto all’esame del Consiglio regionale alla fine del prossimo anno.