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Al 46% in chi ha cronicità. Monitoraggio percezione qualità vita
17:57 - 11/10/2025

(di Elisabetta Guidobaldi) (ANSA) - ROMA, 11 OTT - Bene o molto bene: in Italia il 74% delle persone tra i 18 e i 69 anni percepisce così la propria salute, una percentuale che crolla tra chi ha cronicità o riporta sintomi di depressione, ma anche in chi ha difficoltà economiche, bassa istruzione o età che avanza. I giovani i più soddisfatti. A livello territoriale, anche se il gradiente geografico è poco ampio, tuttavia al Nord, la Provincia Autonima di Bolzano e la Valle d'Aosta e, nel Meridione, la Puglia, sono le realtà che si distinguono per la più alta prevalenza di persone soddisfatte del proprio stato di salute con oltre l'80%. Questi alcuni dei risultati che emergono dal report aggiornato delle Sorveglianze Passi e Passi d'Argento, coordinate dall'Iss, di cui è responsabile scientifico Maria Masacco, pubblicato sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità, e riferito alla popolazione adulta sull'ultimo biennio di raccolta dati 2023-2024. "Nella popolazione adulta, a fronte di un 74% che dichiara di sentirsi bene o molto bene registriamo un crollo della stima al 46% tra chi ha patologie croniche e al 38% tra chi riporta sintomi di depressione. Anche tra chi convive con le malattie croniche, c'è chi mantiene una percezione positiva del proprio stato di salute e riesce quindi a controllare il proprio stato di benessere", dice all'ANSA la ricercatrice del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Benedetta Contoli. "È importante sottolineare subito - tiene a precisare la ricercatrice - che non diciamo come stanno gli italiani ma parliamo della loro qualità di vita relativa alla salute, un importante indicatore in sanità pubblica che consente di valutare il benessere, fisico e mentale, degli individui". La percezione della propria salute, prosegue Contoli "è fortemente legata al contesto sociale e culturale in cui vive la persona, all'ambiente di vita e di lavoro, alla presenza di patologie croniche e alla possibilità di accesso ai servizi socio-sanitari necessari per la prevenzione ai diversi livelli e chiaramente alle condizioni socio-economiche". In particolare, rileva il Rapporto, gli intervistati in media dichiarano di aver vissuto quasi 5 giorni in cattive condizioni di salute nel mese precedente il sondaggio e nel dettaglio più di 2 giorni per problemi di salute fisica (per malattie o conseguenze di incidenti) e quasi 3 giorni per problemi legati alla sfera psicologica (problemi emotivi, ansia, depressione o stress); poco più di 1 giorno al mese a causa di questi problemi hanno avuto reali limitazioni nel normale svolgimento delle proprie attività. Il numero medio di giorni vissuti in cattiva salute fisica e/o psicologica per chi ha patologie croniche sale a 8 mentre fra le persone socialmente più svantaggiate per bassa istruzione i giorni sono 7 fra chi ha al più la licenza elementare contro 4 fra i laureati o per le fasce con disagio economico salgono a 9 fra chi ha molte difficoltà contro 4 fra chi non ne ha. Per quanto riguarda le fasce d'età fra gli ultra65enni, i dati da Passi d'Argento nel biennio 2023-2024 rilevano che il 91% delle persone intervistate giudica positivo o discreto il proprio stato di salute generale mentre i più soddisfatti della propria salute sono i giovani (il 90% dei 18-34enni riferisce di star bene; mentre questa quota scende a 61% fra i 50-69enni). Gli uomini si dicono più soddisfatti delle donne: il 78% contro il 71% del genere femminile. Un quadro, conclude l'Iss, "che consente di tracciare profili della popolazione adulta e anziana e di identificare i bisogni di salute insoddisfatti e le disuguaglianze nella salute orientando di conseguenza le politiche di intervento". (ANSA).