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Dal 2015 aumenti del 74% per luce, 47% per acqua, 40% per gas
17:03 - 11/10/2025

(di Maria Gabriella Giannice)
(ANSA) - ROMA, 11 OTT - A partire dal prossimo mercoledì 15
ottobre nella stragrande maggioranza delle province del Nord
Italia e nelle province di montagna del Centro e del Sud (ad
esempio L'Aquila, Perugia, Potenza ed Enna) sarà possibile
accendere gli impianti di riscaldamento. Poi, in date successive
e scaglionate, sarà la volta delle altre regioni del Paese. Gli
ultimi a poter accendere il riscaldamento saranno gli abitanti
delle provincie meridionali della Calabria (Reggio di Calabria e
Crotone) e di quasi tutta la Sicilia ad eccezione di Enna e
Caltanissetta, questi dovranno aspettare fino al primo dicembre.
Con l'avvio dei riscaldamenti le famiglie si troveranno a
fare di nuovo i conti con il costo delle bollette. In un suo
studio sui costi per la gestione della casa, Confedilizia
calcola che negli ultimi 10 anni, sono schizzati ben al di sopra
dell'inflazione. Rispetto al 23% di aumento generalizzato dei
prezzi dal 2015 ad oggi, il prezzo dell'elettricità è aumentato
di ben il 74%, quello del gas di oltre il 39% e quello
dell'acqua del 47,6%.
Guardando all'anno in corso, i costi
relativi alla fornitura idrica sono anche quelli
che hanno visto la maggiore inflazione: +4,8% tra giugno, luglio
e agosto, e +4,7% in settembre, dopo incrementi superiori al 6%
all'inizio del 2025. Più moderata è invece la crescita del costo
della raccolta dei rifiuti, nel mese di settembre dell'1,8%,
dopo un lungo periodo però di aumenti superiori al 3%. Per gas e
luce invece, dopo una serie di rincari primaverili, settembre è
stato un mese di flessione dei prezzi, rispettivamente del 5,6%
e del 5,8%.
Anche l'Assium, l'associazione degli utility manager,
evidenzia che in questi mesi il prezzo del gas sui mercati di
riferimento risulta in sensibile riduzione rispetto al 2024. Il
Psv nella media di ottobre si è fermato a 0,328 euro a Smc, con
un calo del 24% rispetto a ottobre 2024. Anche l'indice del Gme
registra nello stesso periodo un prezzo medio in diminuzione del
23%. Il consiglio è dunque quello di controllare il proprio
contratto ed eventualmente cercare sul mercato offerte più
convenienti.
Rispettare la data di accensione dei riscaldamenti è
importate per evitare multe che possono raggiungere i 3.000
euro. Da rispettare pure il livello della temperatura che per le
abitazione è stata fissata a 20 gradi con una tolleranza fino a
22 gradi e la quantità di ore nelle quali i riscaldamenti
possono rimanere accesi. Nelle province considerate più calde
d'Italia i caloriferi potranno restare accesi solo 6 ore al
giorno mentre nelle regioni considerate più fredde le ore
possono arrivare fino a 14. Non hanno alcun limite le province
di Belluno, Cuneo e Trento. Ad esempio A Milano, ad Enna, a
Bologna, Sondrio, l'Aquila e le altre città della zona E, da
mercoledì e fino al 15 aprile si potranno tenere accesi i
termosifoni 14 ore. A Genova, Roma, Caltanissetta, Siena,
Firenze e le altre città della zona D potranno tenere i
caloriferi accesi 12 ore dal primo novembre al 31 marzo. Mentre
Napoli, Cosenza, Imperia, Sassari e le città della zona C
potranno tenere i termosifoni accesi 10 ore dal 15 novembre fino
al 31 marzo. Le città in zona B possono tenere i caloriferi
acesi 8 ore e quelli in zona A (dove si trovano località come
l'isola di Lampedusa e Porto Empedocle) solo 6 ore e dovranno
chiuderli al 15 marzo. (ANSA).