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Trapianto a Torino salva 14enne greco da colpo di calore (2)
11:39 - 03/08/2025

(ANSA) - TORINO, 03 AGO - L'escursione che ha rischiato di essergli fatale era avvenuta vicino a Ioannina, nel nord della Grecia. Il suo corpo era arrivato a 42 gradi, nonostante il trasporto in ambulanza nel punto sanitario più vicino: niente da fare con impacchi di acqua e ghiaccio. Sono iniziate le convulsioni e non ha ripreso conoscenza. È stato quindi portato in emergenza all'ospedale di Ioannina, dov'è stato intubato, stabilizzato e inviato nella più vicina terapia intensiva pediatrica, a Patrasso. Nelle 36 ore successive c'è stata una rapida e progressiva compromissione della funzione epatica, poi ittero e un deterioramento della coagulazione regolata dal fegato. A quel punto è arrivata la diagnosi di insufficienza epatica acuta severa da colpo di calore, con coma persistente. I medici greci hanno contattato quindi l'Hellenic Transplant Organization di Atene, richiedendo di attivare il protocollo di collaborazione con l'Italia per il trapianto di fegato. Era la tarda mattinata del terzo giorno dopo il colpo di calore e il Centro nazionale trapianti italiano ha diramato allora la richiesta di trasferimento urgente del ragazzo ai Coordinamenti regionali dei Centri di trapianto fegato pediatrico che collaborano col Paese ellenico. Renato Romagnoli, direttore del Centro trapianti fegato e del dipartimento di Chirurgia e trapianti della Città della Salute e della scienza di Torino, ha immediatamente accettato. Il ragazzo è arrivato all'aeroporto di Torino Caselle con un volo sanitario dedicato. Per tutta la notte è stato sottoposto agli accertamenti necessari a valutarne la trapiantabilità e al mattino è stato inserito nella lista d'attesa italiana per trapianto di fegato, con il livello massimo di priorità: super-urgenza nazionale. Dopo 24 ore senza offerte d'organo compatibili, Romagnoli ha cominciato a valutare anche quelle con gruppo sanguigno non compatibile. Nella seconda giornata di attesa è stata segnalata però in Piemonte la disponibilità di un donatore compatibile. Nel frattempo il ragazzo, ricoverato nella Rianimazione centrale delle Molinette, era dializzato. Dopo meno di 60 ore dall'arrivo in Italia, così è entrato nella sala operatoria. Il trapianto (il numero 4.300 del Centro torinese) è durato dieci ore ed è stato condotto da Romagnoli con la sua équipe medico-infermieristica. La ripresa funzionale del fegato trapiantato è stata rapida e ora il ragazzo è stato estubato ed è sveglio. Si trova nell'area semintensiva del Centro Trapianto fegato delle Molinette e sta mostrando un valido e progressivo recupero neurologico. (ANSA).