Oncologi, solo metà centri tumori ha percorso per la nutrizione

Cipomo: 'troppi pazienti sottopeso, effetti negativi sulle cure'
13:37 - 09/05/2025 


(ANSA) - ROMA, 09 MAG - Una corretta alimentazione è fondamentale nel percorso di cura di chi affronta un tumore: migliora la tolleranza ai trattamenti, sostiene il sistema immunitario e contribuisce a migliori esiti clinici. Tuttavia, la nutrizione si rivela ancora una Cenerentola dell'oncologia, come emerge dal fatto che nel 49% dei centri non è previsto un percorso ad hoc per i pazienti. E molti sono sottopeso o malnutriti. E' quanto emerge dai risultati dell'indagine promossa dal Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo), presentati al Congresso nazionale in corso a Firenze. La ricerca ha coinvolto 100 strutture distribuite su tutto il territorio nazionale e nasce da una costatazione: "Oggi, in ambito oncologico, oltre il 50% dei pazienti presenta alterazioni dello stato nutrizionale, con il 9% chiaramente malnutrito e il 42% a rischio di malnutrizione al momento della prima visita", come spiega Luisa Fioretto, presidente Cipomo e direttore Dipartimento Oncologico Ausl Toscana Centro. Lo screening nutrizionale, dove presente, è registrato nella cartella clinica informatizzata solo nel 65% dei centri, mentre il restante 35% non lo documenta in modo sistematico. Non stupisce quindi che nel 33% dei centri oncologici la valutazione nutrizionale non viene effettuata di routine in contemporanea o subito dopo la prima visita. Inoltre, il 30% dei centri non impiega strumenti validati di screening, come raccomandato dalle linee guida. E nel 41% delle strutture ai pazienti non vengono richieste neanche le proprie abitudini alimentari. "Il consenso sull'importanza della nutrizione in oncologia però è quasi unanime tra i medici - sottolinea Federica Grosso, responsabile scientifica dell'analisi e oncologa all'Azienda Ospedaliera Universitaria di Alessandria - tanto che il 98% degli intervistati auspica maggiore integrazione nei percorsi oncologici e il 97% richiede più formazione". In conclusione, è l'auspicio della presidente Fioretto, "la nutrizione deve diventare parte integrante del percorso di cura". (ANSA).




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