
Premio Forte di Bard per i valori etici e solidali a:
PEMBA DOMA SHERPA
Per avere testimoniato in tutta la sua vita, di alpinista e organizzatrice di trekking e spedizioni alpinistiche, la passione per le montagne e la sua terra, unitamente all’attenzione per la cultura del suo popolo. Una testimonianza, di riferimento ed esempio per tutti, che si è espressa sia con risultati alpinistici assoluti: è stata la prima donna nepalese a salire l’Everest sia da Sud sia da Nord; ma anche e soprattutto attraverso una visione moderna, e al tempo stesso legata a quei valori della natura e della montagna propri della cultura Sherpani.
“Guardando il Chomolongma ho cominciato a desiderare di scalare le grandi montagne.” Pemba Doma Sherpa
Pemba Doma nasce a Namche Bazar in quella che si può definire il villaggio-capitale del Solokhumbu, la magnifica valle nepalese che racchiude alcune delle montagne più fantastiche del mondo. Basti dire che in questo giardino dell’eden delle alte vette lo sguardo spazia dalla Dea madre della Terra, l’Everest, al Lhotse, al Nuptse, al Pumori fino al bellissimo Ama Dablam, solo per citare le cime più famose. Pemba Doma ha saputo vivere questa sua terra delle meraviglie coniugando la sua passione per l’alpinismo con la cultura del suo popolo, dandone un’interpretazione del tutto personale e “moderna”. Oltre alla salita di varie vette delle Alpi, Pemba Doma è stata la prima donna nepalese a salire l’Everest da Nord nonché la seconda donna nepalese e la sesta in assoluto a salire la montagna più alta della terra su entrambi i versanti. Inoltre, nel 2002, ha guidato la spedizione nepalese, tutta al femminile, all’Everest, mentre nel 2005 è stata la prima donna nepalese a raggiungere gli 8021 metri della vetta del Cho Oyu e, con la salita del Lhotse, la prima nepalese a salire 3 Ottomila.
Pemba Doma ha ricevuto il “Suprabal Prashiddha Gorkha Dakshin”, il più importante premio nepalese per l’alpinismo. E si è sempre distinta anche per il contributo culturale e sociale verso il suo popolo e la sua terra. Nel 2000 fondò “Save the Himalayan Kingdom” un’associazione no-profit che mira a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni himalayane, in particolare supportando l’educazione dei giovani e salvaguardando la cultura del popolo Sherpa anche attraverso il restauro dei montasteri buddhisti.
Nella primavera del 2007, dopo aver raggiunto la Cima del Lhotse, Pemba ci ha lasciati, vittima di un incidente.
Nel ritratto che ne fa Manuel Lugli risalta tutta la profondità di questa semplice grande donna. “Quando ho incontrato Pemba Doma, prima donna nepalese ad aver salito l’Everest da Nord, ho avuto qualche momento di difficoltà ad entrare in sintonia. Credo soprattutto per la sua timidezza – molto sherpani - ed il suo understatement nel parlare delle sue salite. Però, ascoltandola, man mano che l’atmosfera si faceva più distesa, capivo che Pemba era una donna davvero determinata e cocciuta. In famiglia, ad eccezione di Nima Nuru, suo fratello maggiore e gestore dell’agenzia Cho Oyu Trekking, questa sua propensione per l’alpinismo non veniva vista di buon occhio. Nonostante tutto, la tradizione è tradizione, così Pemba ha dovuto capitolare e sposare un uomo promesso già da tempo, da cui ha avuto un figlio. Ma non aveva perso la sua voglia di scalare e pare che qualche idea alpinistica le passasse ancora per la mente. Quella volta mi ha detto cose molto interessanti sulle montagne della sua terra, sull’Everest ovviamente, ma non solo. “l’Everest, vedi, è davvero la Dea Madre della Terra. E’ così grande, a volte paziente, a volte severa. Solo salendolo ti rendi conto in pieno della sua anima. Perché tutte le montagne hanno un’anima e ti danno qualcosa, nel bene e nel male. Prendi l’Ama Dablam. E’ la montagna di casa, che si vede così bene da Namche Bazaar, la montagna ai cui piedi andavo talvolta accompaganta da mio nonno. Mi dà pace, serenità, fiducia. Al contrario, ad esempio, l’Annapurna mi spaventa, è minacciosa e sembra mettere continuamente in guardia gli uomini che le si rivolgono.” Parola di Sherpani.
Pemba Doma è volata via nella primavera del 2007, proprio sotto gli occhi del Sagarmatha, la Dea Madre della Terra, dopo aver salito il Lhotse.
Manuel Lugli da “Alpinisti Sottoaceto” – Montura Editing
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