Rapport annuel
Rapporto di fine anno // 2014
Assessorato opere pubbliche, difesa del suolo ed edilizia residenziale pubblica
I lavori di esecuzione del vallo di protezione dell'abitato di La Palud dalla frana del Mont di La Saxe sono un bell'esempio di protezione civile. Lo ha detto Franco Gabrielli, Capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, il 22 aprile a Courmayeur durante un sopralluogo sulla frana. Ci siamo troppo abituati ad una protezione civile che interviene dopo che gli eventi si sono verificati - ha commentato Gabrielli - questa, invece, è la dimostrazione che un moderno sistema di protezione civile ha molta attenzione per gli aspetti della prevenzione.
La prevenzione deve essere un elemento irrinunciabile e centrale di ogni politica di gestione del rischio geologico così come è sempre stata in Valle d’Aosta, spesso con il dissenso degli stessi cittadini che devono subire disagi o limitazioni nelle possibilità di edificazione dei loro terreni.
La prevenzione non è un evento isolato, un’azione sporadica, ma è costruita, giorno dopo giorno, con provvedimenti amministrativi, legislativi e programmatici, con investimenti in conoscenza del territorio e delle dinamiche dei dissesti, in formazione dei tecnici, degli amministratori e dei cittadini, in sistemi di allertamento e di protezione civile, in opere.
In Italia negli ultimi anni abbiamo assistito a disastri che non possiamo più tollerare e a perdite di vite umane che non vogliamo più accettare. Bisogna essere consapevoli del problema e saperlo affrontare, ma dobbiamo anche essere coscienti del fatto che anche in termini economici paghiamo un tributo inaccettabile alla ricostruzione post emergenze. E’ ormai risaputo che per ogni euro speso per la prevenzione ne risparmieremmo dieci. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi, alla vigilia della convention organizzata dall’Ordine dei geologi della Valle D’Aosta in collaborazione con la Regione e con il Consiglio nazionale dei geologi a Courmayeur il 27 Giugno.
La prevenzione non è quindi uno spreco di risorse, ma per essere veramente efficace deve basarsi sulle conoscenze storiche del territorio, su valutazioni tecniche e su priorità di intervento attentamente valutate.
Gli elementi di un efficiente sistema di prevenzione si basano su un sistema di allertamento del rischio efficiente, sulle opere di prevenzione del rischio alluvione e di consolidamento dei versanti, su un'attenta politica di gestione del territorio che tenga conto delle aree a diversa pericolosità idraulica e geologica, delle aree in cui esistono le condizioni geologiche perché i dissesti possano avvenire o i corsi d'acqua possano esondare e, infine, delle condizioni geologiche riportate in cartografie dettagliate e aggiornate.
Tra le numerose attività svolte quotidianamente, è possibile ricordare due eventi del 2014 nei quali la competenza e l’esperienza dei tecnici dell’Assessorato hanno permesso di affrontare efficacemente, in via preventiva, situazioni potenzialmente molto pericolose: la frana di La Saxe e il ghiacciaio de Les Grandes Jorasses.
Nel 2014 il fenomeno gravitativo noto come Frana del Mont de La Saxe, del volume massimo complessivo di 8 milioni 300 lila metri cubi, è stato oggetto il 10 gennaio di provvedimento di dichiarazione di stato di emergenza da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A tale deliberazione ha fatto seguito l’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 143 del 30 gennaio 2014 con la nomina di un Commissario delegato a fronteggiare l’emergenza mediante al realizzazione degli interventi di previsione e di mitigazione attiva e passiva necessari a fare fronte ai potenziali effetti diretti e indiretti del movimento franoso. Nel mese di aprile, per il progressivo aumento delle velocità di spostamento all’interno di una porzione del movimento franoso stimato inizialmente in 265 mila metri cubi, è stato dichiarato lo stato di allarme e attivato il piano di protezione civile comunale con l’evacuazione, l’8 aprile, di 80 abitanti nella zona più a rischio di La Palud. Nel corso delle settimane il volume coinvolto (stimato infine in circa 430 mila metri cubi) dalla progressiva accelerazione dei movimenti verso valle ha raggiunto velocità di punta di 350-500 mm/h per l’intero ammasso, con l’apertura di fratture sul terreno sempre più marcate, che hanno evidenziato in maniera evidente lo svincolo di questa parte dal resto del corpo di frana. A tali accelerazioni hanno fatto seguito alcuni notevoli episodi di crollo con distacco di volumi fino a 20 mila metri cubi, per una stima del volume di materiale crollato da inizio evento, e distribuitosi al piede del versante, pari a circa 50 mila metri cubi. All’inizio di maggio, con il rallentamento del movimento franoso, è stato possibile consentire il rientro degli abitanti. Nel frattempo il 22 aprile sono stati consegnati i lavori di realizzazione delle opere di protezione dell’abitato di La Palud dal crollo di masse roccioso fino a un milione di metri cubi, ultimate a fine ottobre.
Maggiori informazioni e numeri utili
Il Ghiacciaio sospeso delle Grandes Jorasses (Ghiacciaio Whymper), che si sviluppa tra i 3900 e i 4200 m di quota e insiste su due ghiacciai (Grandes Jorasses e Planpincieux) che a loro volta sovrastano l’abitato di Planpincieux (1590 m s.l.m.), in Val Ferret – Courmayeur, per le sue caratteristiche morfologiche e glaciologiche, è naturalmente soggetto a periodici crolli di masse di ghiaccio. Essendo infatti situato a una quota molto elevata, la fusione di ghiaccio e neve è molto ridotta, e la neve si accumula anno dopo anno trasformandosi in ghiaccio ed accrescendo la massa del seracco. Il peso della massa di ghiaccio aumenta fino a diventare, data anche la forte pendenza del versante, superiore alla coesione del ghiaccio stesso.
A questo punto una parte più o meno grande del ghiacciaio inizia a fratturarsi fino a staccarsi. Il volume dell’intero corpo glaciale è dell’ordine di grandezza di 150 mila metri cubi; tuttavia, nella stagione invernale, in presenza di accumulo nevoso a valle, un crollo anche parziale può innescare valanghe di grandi proporzioni con potenziali gravi effetti sul fondovalle. Negli ultimi 60 anni si registrano diversi eventi di crollo totale o parziale: il 21 dicembre 1952 una valanga catastrofica raggiunse Planpincieux, probabilmente innescata dal crollo di una parte del seracco, il 2 agosto del 1993 il distacco di circa 80 mila metri cubi causò la morte di otto alpinisti. Eventi di crollo si verificarono nel 1996 e 1997, mentre il 30 giugno del 1998 quasi l’intero volume del ghiacciaio sospeso collassò, causando una valanga mista di ghiaccio e neve che raggiunse il fondovalle arrestandosi alcune centinaia di metri a monte della località Le Pont e della strada comunale, senza causare danni.
L’ultimo di tali eventi, per la riconosciuta situazione di rischio, è stato oggetto da parte dell’Amministrazione regionale di un monitoraggio specifico, coordinato da Martin Funk, uno dei massimi esperti in materia, operante al Politecnico di Zurigo (ETH-WAV). Dal 2008 la Fondazione Montagna sicura - Montagne sûre cura la progettazione e gestione di un sistema di monitoraggio atto a prevenire il rischio di crolli per la sicurezza del fondovalle, costituito da misure continue della velocità di alcuni punti del ghiacciaio, in particolare della parte più instabile e da scenari di rischio ai quali fa riferimento il piano comunale di protezione civile. Dall’inizio del monitoraggio si sono verificati due piccoli crolli, nel 2010 e nel 2011, rispettivamente di 7 mila e 12 mila metri cubi circa, che è stato possibile prevedere tramite la misure delle accelerazioni.
Questi eventi non hanno causato danni né effetti sul fondovalle. A partire dal maggio 2014 è stato registrato un progressivo aumento delle velocità da 4 cm/giorno della metà del mese di maggio fino a circa 6 cm/giorno. A fine agosto la velocità è aumentata improvvisamente a 8 cm/giorno e la massa instabile è stata valutata tra 120 e 140 mila metri cubi. Lo scenario di evento individuato è quello relativo a un crollo che non è in grado di interessare il fondovalle, mentre può costituire un pericolo per la via alpinistica. Al 16 settembre le velocità superano i 25 cm/giorno e il Comune di Courmayeur chiude con un’Ordinanza l’accesso al sentiero per il Rifugio Boccalatte e alla zona sottostante il Ghiacciaio. Il 22 settembre viene rilevato il crollo di una volume di circa 50 mila metri cubi e nella notte tra il 28 e il 29 settembre (tra le ore 1.30 e 2.30). Dopo aver raggiunto velocità di spostamento di oltre 120 cm/giorno, si verifica un secondo crollo che coinvolge un volume di circa 52 mila metri cubi. Complessivamente i due crolli portano al distacco della maggior parte del volume iniziale del Seracco. La massa di ghiaccio crollata percorre il versante sottostante al ghiacciaio, attraversa la base del Couloir Whymper e si arresta, dividendosi in due rami, sotto il Rocher du Reposoir, interessando in più punti la via normale di salita alla vetta.
Report gestione emergenza Grandes Jorasses - Fondazione Montagna Sicura
L’azione di prevenzione nel 2014 si è anche sviluppata nell’ambito del Piano operativo 2014 dei lavori pubblici approvato a fine agosto nel quale sono stati previsti per il 2014 interventi di manutenzione dei corsi d’acqua per circa 3,5 milioni di euro, 1,8 milioni dei quali specificatamente destinati al taglio della vegetazione e alle piccole manutenzioni di sponda, e la realizzazione di opere di protezione da caduta di massi per circa 3,8 milioni di euro.
Maggiori informazioni sul Sito Regione Autonoma Valle d'Aosta
Il sistema di protezione civile comunale e regionale ha affinato le proprie capacità di intervento in questi anni nella consapevolezza di quanto sia imossibile impedire il dissesto, specie in una regione di montagna, ma anche di come se ne possano attenuare le conseguenze.
Il 26 agosto, intense precipitazioni hanno interessato in particolare il territorio dei Comuni di Courmayeur, di Pré-Saint-Didier e La Thuile; in Val Vény si sono registrati 83 mm di pioggia in tutto l’evento (media storica pari a 123 mm) e 71 mm nella mattinata del 26, per un’intensità massima pari a 12 mm/h. Dissesti hanno interessato i Comuni di Pré-Saint-Didier e di Valgrisenche, ma i più importanti sono stati quelli che hanno interessato il Comune di Courmayeur, in particolare il torrente Freney, la Doire de Val Veny, la Doire du Courmayeur e la Dora Baltea fino alla confluenza con il torrente Dolonne, e il tratto autostradale in prossimità del campo sportivo di Courmayeur, dove sono intervenuti l’ANAS per il ripristino dei danni alla sede viaria e l’Assessorato per la difesa spondale. L’evento avrebbe potuto essere di più ampia e grave portata se non ci fosse stato il tempestivo intervento da parte del personale del Comune e dell’Assessorato che sono riusciti ad arginare il torrente Freney alla confluenza con la Dora della Val Veny, evitando anche danni al campeggio che sorge in quella zona. Come emerso da una relazione di Fondazione montagna sicura, oltre alle forti e abbondanti piogge, nella zona si è verificato anche il distacco di una parte del ghiacciaio del Miage, che ha provocato un aumento della portata dell’acqua nella Dora e le conseguenti esondazioni.
Rapporti di evento - Calamita' del recente passato
La formazione dei professionisti e lo sviluppo di ricerche specifiche diventano argomenti prioritari nella strategia di sviluppo regionale per assicurare un’azione di prevenzione dei rischi naturali sempre più efficace e affrontare in modo sempre aggiornato le problematiche che derivano da un territorio interamente alpino. Le esperienze condotte negli ultimi anni, grazie a ingenti investimenti regionali e a fondi comunitari, hanno permesso alla Regione di realizzare progetti di ricerca applicata che hanno coinvolto sia le imprese sia il mondo universitario, oltre che di sviluppare un filone di alta formazione per i giovani e per i professionisti.
Nel corso del 2014 l’Assessorato ha supportato l’organizzazione di 5 iniziative per acquisire informazioni sullo stato della ricerca scientifica e per dare occasioni di crescita e qualificazione ai professionisti, ma alle quali ha anche partecipato con il proprio contributo di esperienze sviluppate nel corso degli anni, grazie agli investimenti regionali e comunitari che hanno permesso alla Regione di realizzare progetti di ricerca applicata e di sviluppare un filone di alta formazione. professionisti.
Workshop: Dalla cartografia geologica (Progetto CARG) in Valle d’Aosta alle attività per la realizzazione e pubblicazione del catasto dei dissesti: applicazioni negli studi di pericolosità idrogeologica - Aosta, 13 maggio 2014.
Il Centro funzionale regionale ha presentato i risultati di due importanti progetti che l’Amministrazione regionale ha portato avanti in 25 anni di lavoro. Il primo riguarda la copertura dell’80 per cento del territorio regionale con la nuova cartografia geologica della Valle d’Aosta nell’ambito del Progetto CARG (Progetto di cartografia geologica d’Italia) e la pubblicazione del portale web dedicato alla geologia con la possibilità di consultazione delle carte geologiche alle scale 1:100.000, 1:25.000 e 1:10.000. La cartografia geologica è il primo tassello di base per molteplici valutazioni: non solo quindi per l’elaborazione di studi di pericolosità idrogeologica, ma anche per la progettazione di edifici e infrastrutture, per attività diverse che vanno dall’analisi della risposta sismica dei territori alla migliore definizione e programmazione delle colture agricole e vitivinicole, dalla caratterizzazione dei territori in campo minerario alla definizione di itinerari geoturistici per scoprire forme e dinamiche di modellamento del paesaggio, punto quest’ultimo di interesse per la valorizzazione del nostro territorio sotto più punti di vista. Il secondo progetto concerne pubblicazione online del catasto dei dissesti regionale, la restituzione di un processo di informatizzazione, iniziato nel 1998, che ha consentito di censire ad oggi oltre 12 mila fenomeni franosi e inserirli nel Progetto IFFI (Inventario dei fenomeni franosi in Italia) o nel catasto regionale dei dissesti. Il portale web del catasto dei dissesti regionale consente non solo di mettere a disposizione di tutti il patrimonio di informazioni utili per conservare la memoria storica dei dissesti e dei danni che hanno colpito il nostro territorio, ma anche di partecipare attivamente attraverso l’apposita sezione dedicata alle segnalazioni da parte dell’utente. I lavori si sono conclusi con l’illustrazione delle modalità con cui le informazioni di base presentate vengono elaborate al fine di effettuare valutazioni di pericolosità idrogeologica o propensione al dissesto, mostrando come l’Amministrazione regionale cerchi di interagire col mondo della ricerca scientifica al fine di migliorare continuamente gli strumenti mirati alla salvaguardia del cittadino.
Seminario: La prevenzione del rischio geologico: l’esempio della frana del Mont de La Saxe. I geologi d’Italia si incontrano a Courmayeur a sostegno delle iniziative a favore della prevenzione del dissesto - Centro Congressi Courmayeur, 27 giugno 2014.
L'Ordine dei geologi della Valle d'Aosta ha organizzato, in collaborazione con la Regione e con il Consiglio nazionale dei geologi, un seminario sull'importante tema della prevenzione del rischio geologico, portando come esempio il caso della frana del Mont de La Saxe, al quale hanno partecipato il Consiglio nazionale dei geologi, con il Presidente Gian Vito Graziano, e gli Ordini regionali dei geologi d’Italia con i loro Presidenti. L’esempio della frana del Mont de La Saxe viene sostenuto in quanto esempio distintivo di prevenzione del dissesto. La costruzione del vallo di protezione comporta un ingente investimento di denaro pubblico ma occorre prendere atto che i costi del post-dissesto sono sempre elevatissimi, senza contare le potenziali perdite di vite umane, e che spendere in opere di prevenzione permette di risparmiare anche i 9 / 10 rispetto ai costi del post-dissesto. In tutto questo il geologo rappresenta la sentinella del territorio, l’anello di congiunzione tra il territorio e l’amministratore. E’ colui che legge il territorio, identifica le sue criticità e le traduce all’amministratore, contribuendo in modo fondamentale alla pianificazione e alla tutela dell’ambiente e del territorio stesso.
XII edizione del convegno International Association Engineering Geology and the Environment - Torino, dal 15 al 19 settembre.
Il congresso ha analizzato il ruolo della geologia nel mondo che cambia attraverso la chiave interpretativa di quattro temi principali: ambiente, processi, questioni e approcci. Nei prossimi anni, il cambiamento climatico avrà importanti effetti sulla pianificazione territoriale e delle infrastrutture, influenzando anche i processi naturali legati alle dinamiche di versante e dei corsi d'acqua. La geologia svolge un ruolo importante nella definizione di risposte umane ai cambiamenti di un ambiente dinamico ed è sempre più evidente il ruolo della pianificazione territoriale per un uso sostenibile delle georisorse e delle risorse idriche e di una corretta gestione dei rischi naturali (frane, alluvioni e terremoti). Il convegno ha anche promosso e favorito i rapporti tra scienziati e imprese con effetti su indagini, procedure di progettazione, costruzione e tecniche di monitoraggio.
Nell’ambito delle manifestazioni collegate alla XII edizione del convegno International Association Engineering Geology and the Environment, e del progetto GeoMedia-web: multimedialità e reti per la diffusione della conoscenza sul patrimonio geologico e sui rischi naturali (MIUR, Legge 6/2000), il Working Group Geodiversity e Geomorphosites dello IAG (International Association of Geomorphologists) ha organizzato al Forte di Bard, un workshop (9 settembre 2014) e un corso intensivo IAEG2014 su Geodiversità e patrimonio geologico: valutazione e interpretazione (10 , 11 e 12 settembre 2014).
All’iniziativa hanno partecipato esperti a livello internazionale che si sono confrontati sui temi della geodiversità e del patrimonio geologico, presentando esempi rilevanti a scala internazionale, nazionale e locale. Particolare attenzione è stata posta all’importanza di saper comunicare tali concetti, grazie alla condivisione di iniziative e progetti realizzati in questo contesto. Il pomeriggio del 9 settembre è stato specificatamente finalizzato alla formazione di chi opera nell’ambito dello studio e della valorizzazione del patrimonio geologico del territorio valdostano.
L'Assessorato e la Fondazione Montagna Sicura insieme al Pôle Alpin d'études et de recherche pour la prévention des Risques Naturels (PARN) di Grenoble hanno organizzato, dal 20 al 24 ottobre 2014 nella Valle di Gressoney, una formazione internazionale dal titolo Risque induit par les ruptures de barrages naturels et les vidanges de poches d'eau en altitude dans un contexte de changement climatique.
Tale formazione segue il modello ormai consolidato delle Universités européennes d'été sui rischi naturali (UEE), che il PARN organizza dal 1990 sui diversi rischi naturali, in vari paesi (Francia, Italia, Svizzera, Spagna). L'UEE di ottobre si inserisce nell'ambito del progetto Alcotra RiskNET ed è incentrata sui fenomeni di rottura di sbarramenti naturali e sulle modalità di indagine e di valutazione della pericolosità e del rischio conseguenti. Nel corso di una settimana si sono avvicendate lezioni teoriche e lavori pratici a gruppi (con visite in campo), focalizzati su un caso di studio, quest'anno rappresentato dal lago glaciale del ghiacciaio del Lys, su cui le diverse Strutture del Dipartimento programmazione, difesa del suolo e risorse idriche e la Fondazione Montagna sicura hanno svolto una serie di approfondimenti. I 15 partecipanti iscritti all'iniziativa provenivano da Italia, Francia, Svizzera e Spagna. Tale formazione ha rappresentato non solo un'occasione di formazione, ma anche un'opportunità unica di confronto tra persone che lavorano in ambiti diversi.
Nell’ottica di rafforzare ulteriormente l’impegno dell’Assessorato nella formazione dei professionisti e nello sviluppo di ricerche specifiche quali argomenti prioritari nella strategia di sviluppo regionale si evidenziano nel corso del 2014 le seguenti iniziative:
Con l’obiettivo infine di semplificare i procedimenti amministrativi, con la deliberazione della Giunta regionale n. 1090 del 1 agosto è stato approvato l’atto di indirizzo recante l’individuazione degli interventi privi di rilevanza ai fini della pubblica incolumità ai sensi dell’art. 3 comma 3 lettera e della legge regionale 31 luglio 2012, n. 23 Disciplina delle attività di vigilanza su opere e costruzioni in zone sismiche. Tale articolo stabilisce che la Giunta regionale, con propria deliberazione, d’intesa con il Consiglio permanente degli enti locali, definisca gli indirizzi per individuare gli interventi privi di rilevanza ai fini della pubblica incolumità, in conformità al D.P.R. 380/2001 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Classificare un intervento privo di rilevanza ai fini della pubblica incolumità comporta, di fatto, che lo stesso sia esentato sia dalle disposizioni previste dal D.P.R. 380/2001 (ovvero il relativo progetto non deve essere depositato all’ex genio civile e non deve nemmeno essere collaudato), sia dall’attività di vigilanza regolamentata dalla legge regionale n. 23 del 2012, così come previsto dall’art. 2 comma 3, il tutto a vantaggio dello snellimento dei procedimenti autorizzativi. Continua a valere però l’obbligo del rispetto della normativa tecnica vigente (NTC 2008) nello svolgimento della progettazione, al fine di garantire i livelli di sicurezza dovuti. Già nel 2013 con la deliberazione n. 1603/2013 erano stati definiti, tra l’altro, sia le modalità di deposito dei progetti con il relativo modello di denuncia/scheda informativa aggiornato alle disposizioni normative vigenti, sia gli indirizzi per l’individuazione degli interventi strutturali privi di rilevanza ai fini della pubblica incolumità. Questi ultimi erano elencati, peraltro in via esemplificativa e non esaustiva rimarcando, tuttavia, che rimaneva in capo al progettista la responsabilità di attestare che l’intervento proposto potesse essere classificato come tale. L’attestazione doveva avvenire mediante la produzione di una dichiarazione asseverata che il professionista doveva allegare agli atti con i documenti progettuali e le autorizzazioni necessarie, previa l’esecuzione obbligatoria di tutte le verifiche necessarie atte a dimostrare la non rilevanza per la pubblica incolumità. Dopo un primo periodo di applicazione della legge regionale 23/2012 la Struttura regionale competente in materia ha evidenziato l’insorgere di alcune criticità procedurali che, di fatto, hanno sensibilmente impattato sul processo edilizio, aumentando gli oneri amministrativi in capo ai cittadini. Si è quindi ritenuto opportuno introdurre una semplificazione e un miglioramento nella disciplina senza però ridurre i livelli di sicurezza e qualità delle opere edilizie. La struttura regionale competente, di concerto con i componenti del tavolo tecnico, istituito appositamente per il monitoraggio dell’applicazione della legge regionale 23/2012 e costituito da rappresentanti degli Ordini professionali, ha predisposto un elenco di interventi strutturali definiti privi di rilevanza ai fini della pubblica incolumità e che, come tali, sono esclusi sia dalle procedure di vigilanza previste dalla legge regionale 23/2012, sia dall’obbligo della denuncia/deposito di cui al DPR 380/2001.
Anche per una regione alpina, la gestione dei rischi di alluvione è una componente complessa e critica che interferisce con la sicurezza pubblica e la qualità della vita e che potrebbe ulteriormente aggravarsi anche a causa delle trasformazioni dell’uso dei suoli e dei cambiamenti climatici. Anche la Valle d’Aosta partecipa quindi attivamente, nell’ambito dell’Autorità di bacino del fiume Po, alla costruzione dei piani di gestione del rischio in adempimento delle disposizioni della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE. Nel corso del 2014 gli uffici hanno attivamente partecipato alla predisposizione dello Schema di Progetto di Piano per la valutazione e la gestione del rischio di alluvioni (PGRA) e le Mappe di pericolosità e rischio, queste ultime approvate dal Comitato istituzionale il 23 dicembre 2013, che sono stati depositati a partire dal 22 giugno 2014 per informare il pubblico in generale, i portatori di interesse e le Amministrazioni circa le condizioni di pericolosità e rischio esistenti sul territorio del bacino, le aree dove queste condizioni sono particolarmente significative, gli obiettivi e le misure da mettere in atto per la mitigazione del rischio, raccogliendo contributi che possano permettere di migliorare sia il quadro della conoscenze che gli obiettivi e le misure. Entro il 22 dicembre 2014 si procederà alla predisposizione del Progetto di Piano che a sua volta sarà depositato per raccogliere ulteriori osservazioni e contributi in vista della sua adozione entro il 22 giugno 2015.
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